Cos'è il motion designer e cosa fa?
In questo articolo ti spieghiamo come il motion designer unisce graphic design, animazione e video editing per dare vita a contenuti visivi dinamici e coinvolgenti
Allora, questo articolo nasce con lo scopo di essere linkato ai miei genitori, a mia nonna e a chiunque mi chiederà che lavoro faccio. Tempo fa mi sono ritrovato a rispondere a questa domanda, mi è stata posta da una persona completamente priva di qualsiasi nozione relativa al mondo della grafica e del marketing.
Dopo esserci rimasto male dallo stupore del mio interlocutore che, nonostante la giovine età, aveva appena appreso grazie a me che esistono delle persone che per lavoro impaginano le riviste e i giornali (sì, l’ho presa un po’ alla larga), ho pensato di scrivere questo articolo per allenarmi a spiegare in un modo semplice ed elementare chi è e cosa fa il motion graphic designer a chi non ne sa nulla.
Mi sono anche dato l’ambizioso obiettivo di sviscerare questo argomento il più possibile andando verso una specificità e complessità assolutamente non richieste, motivo per cui ora vi beccate la
Spiegazione breve per chi non ha voglia di leggere (TLDR)
Il motion designer realizza dei video ma, al posto di fare delle riprese con una videocamera, crea delle animazioni al computer facendo muovere forme, testi, immagini, disegni e altri elementi visivi. Questi prodotti sono spesso usati in pubblicità, videogiochi, TV, film e documentari.
Tutto qui
Bene, se siete arrivati qua con una ricerca di Google potete anche andarvene perché in sostanza è questo. Se invece vi interessa scoprire di più su questa figura, come lavora, cosa ha studiato, come vive, come sopravvive, come fatica a trovare un posto nella società contemporanea, quali sono i suoi sogni, le sue ambizioni, i suoi conflitti interiori e i suoi traumi infantili, allora siete nel posto giusto e potete continuare a leggere.
Partiamo dalle basi (per forza)
Sapete già cos’è la grafica, vero? È quella branca del design che si occupa di comunicare un messaggio attraverso una composizione di elementi visivi guidando e facilitando l’utente nella fruizione delle informazioni.
Quando si parla di grafica (o graphic design se ci vogliamo dare un tono) molti pensano alla pubblicità, ma sono prodotti grafici anche i libri, le riviste, le interfacce dei siti web, i loghi delle aziende, i segnali stradali, il manuale di istruzioni dei mobili IKEA, la mappa della metro, le confezioni dei prodotti, il motivo sulla carta igienica.
In pratica, se ci mettete tre ore a trovare il tempo di cottura della pasta sulla confezione vuol dire che chi l’ha progettata non ha fatto molto bene il suo lavoro.
Cos’è la motion graphic?
Visto l’ampio uso di schermi e supporti multimediali, è stato inevitabile che la disciplina del graphic design non si intrecciasse all’audiovisivo.
Nella motion graphics, come si può intuire dal nome, si lavora con il movimento. Aspetto fondamentale della disciplina è dare vita agli elementi grafici: si possono spostare, ruotare, scalare, cambiarne il colore, la forma e molte altre proprietà.
Ciò viene fatto attraverso l’animazione, non quella del campeggio estivo, ma una pratica che consiste nel creare una serie di immagini (si chiamano fotogrammi) che, fatte scorrere velocemente in sequenza, danno l’illusione di muoversi. Infatti, ogni volta che qualcuno vi dice che fa l’animatore, dovreste chiedergli se d’estate è in spiaggia o davanti al computer per capire cosa fa nella vita.
Mentre una videocamera realizza i fotogrammi scattando delle fotografie in rapida successione, l’animazione consiste nel fare la stessa cosa manualmente, creando i suddetti fotogrammi a mano. È con l’animazione che si creano i cartoni animati e i film d’animazione (appunto) e con le stesse tecniche si è ben pensato di animare anche la grafica.
Da qui nasce la motion graphics: invece che muovere dei personaggi per realizzare dei film, si muovono testi, forme, immagini, illustrazioni. Talvolta si animano anche qui dei personaggi, ma la principale differenza sta nel fatto che film e cartoni animati sono fatti per fini artistici o per intrattenere, mentre la motion graphics ha uno scopo utilitaristico e risponde alle esigenze del design: raccontare, spiegare, comunicare.
Mi verrebbe da dire che questa disciplina, inoltre, si spinge anche al di fuori di prodotti audiovisivi. Per esempio sono motion graphics anche le animazioni dei siti web e quelle che troviamo nelle interfacce di software e applicazioni, che talvolta non sono “predefinite” ma mutano a seconda dell’interazione con l’utente.
Il motion design
Mentre il termine “motion graphics” indica la disciplina di per sé, “motion design” ha un’accezione più specifica: come il termine stesso suggerisce, in questo caso si parla proprio di progettazione del movimento.
Quando c’è bisogno di motion design? Un esempio che mi viene in mente sono le app: in questi casi, le animazioni hanno una specifica funzione comunicativa, permettono di dare dei feedback all’utente e di guidarlo nell’uso dell’interfaccia. Vanno quindi progettate ad hoc per svolgere questa funzione.
Un altro caso è il branding. Per molte aziende i contenuti animati possono diventare preponderanti all’interno della strategia di comunicazione ed essere usate come uno strumento di marketing. Anche qui la motion graphics ha bisogno di uno studio più specifico e approfondito.
Per farvi capire, un esempio che racchiude entrambi i casi è Duolingo. Questa famosa applicazione per imparare le lingue ha puntato tutto il branding sull’iconica mascotte e i personaggi, che interagiscono con noi mentre usiamo l’app. Di conseguenza, l’animazione diventa fondamentale non solo per comunicare la personalità dell’azienda, ma anche nelle interazioni con l’utente.
Non abbiamo il tempo ora per approfondire il motion design, ma pubblicheremo un articolo dedicato a questo tema.
Cos’è il motion graphic designer?
Veniamo al nocciolo della questione. Non per tirarcela, ma questo ambito richiede uno specifico set di competenze multidisciplinari, al punto che è nata una figura professionale dedicata: il motion designer.
Il suo lavoro è soprattutto quello di creare contenuti animati. Quando lavora all’interno di un team strutturato, il suo compito diventa più specifico ed è quello di prendere in carico tutte le componenti di un progetto che richiedono delle animazioni video, lavorando a stretto contatto con altre figure professionali.
I settori più comuni in cui lavora questa figura sono quelli del digital marketing, pubblicità, graphic design e produzione video.
Che tipo di prodotti realizza
Vi starete chiedendo: sì, ma cosa fa nell’atto pratico? Vediamo una lista generale dei prodotti più comuni che potrebbe realizzare un motion graphic designer:
- Spot pubblicitari. Il più comune è il classico video pubblicitario. Può essere interamente animato o la motion graphics può essere combinata a riprese con oggetti e attori reali.
- Infografiche animate. Le vediamo spesso nei documentari, sono tutte quelle grafiche animate che servono per spiegare dei concetti e vengono utilizzate a supporto di una voce narrante per rendere la spiegazione più comprensibile e facile da seguire.
- Presentazioni di prodotto. Per presentare dei prodotti in modo creativo, si può usare la motion graphic 3D, che offre moltissime possibilità creative.
- Video espositivi. Le aziende possono decidere di usare dei video in motion graphics per presentarsi o per spiegare i servizi che offrono. I video animati sono utili quando non si ha un prodotto fisico da mostrare e non si vuole annoiare lo spettatore.
- Animazioni per i social. Una campagna social può trarre un grande beneficio dalle animazioni, per rendere i contenuti più interessanti, intrattenere il pubblico e aumentare l’engagement.
Quali sono le sue skill?
Vediamo quali sono, generalmente, le competenze tecniche che possiede:
- Graphic design. Senza dubbio è richiesta la conoscenza del mondo della grafica e dei suoi principi: la capacità di realizzare composizioni sensate e gradevoli, di utilizzare font e colori, nonché di usare i software standard del settore. Si trova spesso a interagire con figure del settore della grafica, quindi deve conoscere la materia per avere una comunicazione efficace.
- Animazione. La skill principale, che si acquisisce con molto allenamento, è ovviamente “avere l’occhio” e la capacità di realizzare animazioni convincenti, oltre a conoscere gli aspetti teorici di questa disciplina. Alcuni motion designer possono decidere di specializzarsi in tecniche di animazione particolari (come la stop motion o l’animazione 3D) oppure di concentrarsi su settori ancora più specifici (come l’animazione di personaggi) per dare un valore aggiunto al proprio lavoro.
- Video. È necessario avere un set di conoscenze e competenze tecniche derivanti dal mondo dell’audiovisivo. Ci sono capacità progettuali, come per esempio saper scrivere una preproduzione o preparare uno storyboard; ci sono nozioni teoriche, ovvero conoscere il funzionamento della comunicazione audiovisiva, saper raccontare tramite le inquadrature e conoscere la grammatica del montaggio video; in fine ci sono elementi tecnici, come la capacità di usare i software di editing, sapere come sono fatti i file video, come gestirli ed esportarli correttamente per l’utilizzo scelto e così via.
- Creatività e storytelling. Come tutti i lavori creativi che hanno a che fare con il design, anche qui sono richieste un’attitudine creativa per avere buone idee e risolvere problemi, e una conoscenza base di tecniche di storytelling e di costruzione di narrazioni. Non esiste un prodotto comunicativo che non racconti qualcosa.
- Lavorare con gli altri. Ultimo, ma non per importanza, è il saper relazionarsi e interagire con le altre figure professionali del team di lavoro. Aver la capacità di coordinarsi, dare e ricevere feedback per migliorare il proprio lavoro.
In pratica il motion designer è quello a cui ti viene da chiedere come fare a collegare al computer la stampante che non va (si scherza ovviamente, però in questo settore capita a tutti).
Questo è solo un quadro generale delle competenze che il motion designer potrebbe avere, ovviamente variano a seconda del suo ruolo in un’azienda e a seconda della specializzazione. Se lavora tanto con il web e le applicazioni, dovrà avere delle skill anche in questo senso.
A proposito, vediamo ora quali sono i contesti in cui lavora il motion designer e con che figure professionali deve interfacciarsi.
Come lavora di solito?
Questo lavoro può essere svolto sia come freelance (lavoro autonomo) o come dipendente in un’azienda.
Freelance
Il motion designer freelance può sia svolgere dei progetti di motion graphics in modo completamente autonomo, che essere affiancato come collaboratore esterno a dei gruppi di lavoro più ampi dove può mettere a disposizione le sue competenze.
Nel primo caso, il freelance si interfaccerà direttamente con il cliente che richiede il video o il servizio di motion graphics, gestendone in autonomia il processo produttivo o, a volte, facendosi aiutare da altre figure che ricoprono aree che fuoriescono dalle sue competenze (per esempio un sound designer se la componente audio è molto importante, come avviene negli spot pubblicitari).
Nel secondo caso, il motion designer lavora come collaboratore esterno di un’azienda, per esempio un’agenzia di comunicazione o una casa di produzione video. In queste circostanze il suo lavoro sarà più verticale e incentrato esclusivamente sull’animazione, perché le altre parti della produzione verranno coperte dalle altre figure professionali.
Lavoro dipendente
Ciò che ho appena detto vale anche per chi svolge questa professione come dipendente. Anche in questo caso è molto probabile che le skill del motion designer siano molto verticali sul suo settore e che si debba coordinare con un gruppo di lavoro più ampio.
Non è detto che ogni azienda di grafica o di comunicazione abbia al suo interno un motion designer, ma ci sono agenzie in questo settore che lavorano tanto con i supporti digitali e possono decidere di puntare anche su questa disciplina.
Allo stesso modo è possibile che questa posizione si trovi anche in aziende che non si occupano di grafica o marketing: brand molto grossi solitamente hanno un reparto interno dedicato alla propria comunicazione, e se fanno un grande uso di animazioni è possibile che cerchino personale che occupi questa posizione.
Ci sono poi aziende che si occupano solo di motion design o di videomaking, in cui il team è specializzato e formato in modo da coprire tutti i ruoli necessari alla produzione di video. Come potete intuire in queste realtà la figura del motion designer è molto richiesta.
Con quali figure professionali deve relazionarsi?
Come abbiamo visto spesso il motion designer lavora a stretto contatto con altre persone. Di solito sono:
- Responsabili marketing. Spesso l’idea di usare una strategia di video marketing è di chi si occupa del marketing (appunto) di un’azienda. In questo caso sono loro che decidono di contattare un motion designer e a dare una direzione creativa sulla base della campagna pubblicitaria progettata.
- Art director. Questa figura coordina il team di creativi che lavora al progetto, decidendo una direzione artistica che assolva gli scopi e obiettivi decisi in precedenza. Si assicura inoltre che il lavoro degli altri sia coerente e rispetti lo stile concordato (o del brand).
- Copywriter. Spesso nelle agenzie di marketing la scrittura del video è affidata ai copywriter, che traspongono l’idea in sceneggiatura, scrivono i testi che compariranno nel video, i dialoghi tra eventuali personaggi o il testo della voce fuori campo se è presente (il voice-over).
- Graphic designer. È comune che il grafico prepari gli asset che il motion designer dovrà utilizzare all’interno del video. Queste figure si trovano in stretta collaborazione perché i vari elementi e file dovranno essere fatti apposta per poter essere animati.
- Sound designer. Non c’è video senza audio: spesso il motion designer non ha il compito e le competenze specifiche per gestire la parte sonora, motivo per cui è comune che lavori affiancato da un sound designer. Si occuperà di realizzare i suoni, talvolta anche le musiche, di sincronizzarli alle animazioni e di mixarli. L’audio è un aspetto molto importante, e nei grandi brand è comune che si progetti un comparto sonoro che rispecchi la loro personalità.
- Montatore video. Spesso è direttamente il motion designer a occuparsi del montaggio video, ma in grandi produzioni può esserci una persona dedicata a questo ruolo. È il caso di produzioni audiovisive (come spot, film e documentari) in cui la motion graphic viene integrata all’interno di un prodotto più ampio.
- Regista. Allo stesso modo, se il tipo di prodotto è più legato al settore dell’audiovisivo che al marketing, il motion designer si relazionerà con il regista o altre figure che hanno a che fare con il videomaking.
- Social media manager. La motion graphics può essere usata anche in campagne social. In questo caso il lavoro si coordinerà con un social media manager per la produzione delle animazioni che comporranno parte della comunicazione.
Che percorsi di studi ha fatto?
Qualcuno tra di voi, leggendo queste parole, sarà rimasto estremamente affascinato e si starà chiedendo: come faccio a fare questo lavoro? Cosa devo studiare?
Il tipico motion designer da piccolo guardava i tutorial su YouTube che spiegavano come ricreare l’effetto dell’onda energetica di Dragon Ball con After Effects. Poi crescendo ha scoperto che tutto questo poteva diventare un lavoro vero!
Scherzi a parte, ci sono molti modi per arrivare a fare questo lavoro. Generalmente la formazione del motion designer ha a che fare con percorsi di studi di grafica, videomaking, animazione o comunicazione multimediale.
Iniziamo col dire che sono fattibili sia la formazione presso corsi e università ché lo studio da autodidatta. Quest’ultimo richiede, senza ombra di dubbio, un grande impegno ma soprattutto una grande passione: quando i due elementi ci sono, è importante reperire le informazioni con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione (libri, tutorial, videocorsi) e continuare a esercitarsi.
Come abbiamo detto quando parlavamo delle sue skill, il motion designer ha un background di grafica: può averlo acquisito già alle superiori frequentando una scuola di grafica e comunicazione, oppure, molto più comunemente, all’università. Di solito i corsi relativi a tutti gli ambiti del design sono erogati da università ed accademie d’arte private.
All’università o in accademia d’arte si possono scegliere sia corsi di grafica, che di solito forniscono delle nozioni anche di video e motion, oppure corsi più specifici di comunicazione multimediale, videomaking o proprio di animazione (che però solitamente si riferisce a prodotti di intrattenimento come film e cartoni animati, starà poi all’individuo traslare le proprie competenze e applicarle alla motion graphics). È importante dire che nei corsi triennali si parte sempre dalle basi, quindi non è necessario aver fatto le scuole superiori nell’ambito.
Per lo stesso motivo è importante evidenziare che in Italia non si trovano corsi triennali incentrati esclusivamente sulla motion graphics, per specializzarsi bisogna proseguire gli studi in autonomia o facendo dei master e dei corsi specialistici.
Purtroppo nel panorama delle università pubbliche italiane i corsi relativi al design non sono contemplati o non preparano adeguatamente, mentre la qualità di insegnamento nel privato è molto alta e include anche l’apprendimento pratico, che è molto importante. C’è ovviamente un costo da sostenere per questi studi, ma è tutto sommato accessibile e c’è un ampio range che va da prezzi più economici a più costosi (solitamente dai 3.000 € annui a salire).
Una volta formato, è importante per il motion designer un continuo aggiornamento e perfezionamento delle sue conoscenze e abilità. Per questo motivo, a prescindere da una formazione accademica o da autodidatta, ciò che fa veramente la differenza è la capacità del singolo di continuare a migliorarsi.
Nulla vieta a chi ha già studiato o all’autodidatta di investire anche in corsi di aggiornamento o videocorsi specifici, se ne trovano molti di ottima qualità anche online.
Che software usa?
Non vedevate l’ora di leggere questo paragrafo. So che molti pensano che l’attività di un designer si riduca a saper utilizzare qualche software, ma non è così. Paradossalmente, questa è la parte meno importante perché chiunque lavora nel design dovrebbe essere abbastanza flessibile e curioso da provare sempre strumenti nuovi, e cercare di integrare nuove tecnologie nel suo flusso di lavoro. Ma vediamo quali sono i software più usati:
- Adobe After Effects. È senza dubbio il programma più usato per fare animazioni con grafica 2D, è molto versatile e si integra facilmente con gli altri software della suite Adobe. È il software più richiesto nel settore.
- Maxon Cinema 4D. È il software più usato nel settore della motion graphics 3D. Ha anche il vantaggio di avere una buona integrazione con After Effects.
- Blender. È un’ottima alternativa gratuita per fare grafica 3D e animazioni. È molto potente e versatile (può gestire anche workflow di animazione 2D) e non ha nulla da invidiare alle controparti a pagamento.
- Toon Boom. Per chi lavora molto con animazioni di personaggi 2D e animazioni frame-by-frame. È molto usato nell’industra dell’animazione, ma non si sente nominare spesso nella motion graphics.
- Adobe Animate. Precedentemente conosciuto come “Flash”, è l’alternativa di Adobe a programmi come Toon Boom. Può gestire animazioni 2D vettoriali, anche frame-by-frame.
- Suite Adobe. Oltre ai due software già citati di questa azienda, il motion designer si troverà ad usare anche gli altri software del pacchetto come Photoshop, Illustrator e Premiere Pro, visto che si lavora a stretto contatto con la grafica, le immagini e il montaggio video.
- Apple Motion. Più sconosciuto, è la controparte di Apple per quanto riguarda After Effects, ed è fatto apposta per integrarsi facilmente a Final Cut.
- Cavalry. Altro software semi-sconosciuto ma emergente, è un’alternativa ad After Effects che offre anche un workflow procedurale per creare animazioni 2D.
Questi sono solo i software più noti che mi vengono in mente, ci sono molte tecnologie che il motion designer può usare per creare animazioni a seconda di quello che il progetto richiede.
Cosa NON fa il motion designer
Infine, trovo sia importante sottolineare quali sono tutte quelle cose che non c’entrano con questo settore, ma che la gente tende ad associare per alcune somiglianze che hanno le discipline tra loro:
- Non fa cartoni animati o film d’animazione. Anche se sempre di animazione si tratta, come detto in precedenza la differenza con la motion graphics sta nello scopo: i film e i cartoni animati sono prodotti d’intrattenimento e/o artistici, mentre la motion graphics ha sempre un fine utilitaristico, di comunicazione.
- Non fa video live action. Il motion designer non si occupa di fare riprese video, di quello se ne occupa il videomaker o l’operatore di ripresa.
- Non fa il montatore video. Anche se utilizza software di montaggio video nel suo lavoro, non si occupa di montare video, cosa che invece fa il montatore video o video editor. Al contrario, è il motion designer che, per alcuni progetti, fornisce il materiale al montatore perché possa integrarlo nel prodotto audiovisivo.
- Non fa effetti speciali. Alcuni credono che il lavoro del motion designer sia anche realizzare effetti visivi per film come esplosioni e cose del genere. Anche in questo caso se ne occupa un’altra figura: il VFX artist. Il motion designer, come abbiamo visto, lavora con la grafica.
Conclusioni
Non saprei più cosa aggiungere: se siete arrivati qua dopo tutto questo, vi faccio i miei più sinceri complimenti. In questo articolo ho cercato di fornire un quadro generale di cosa fa il motion designer. In futuro faremo degli articoli incentrati sugli aspetti che meritano di essere approfonditi ulteriormente.